Il contesto: ERS Congress 2025, il riferimento europeo per la pneumologia
Dal 27 settembre al 1° ottobre 2025 Amsterdam ha ospitato il ERS International Congress, evento ibrido presso il RAI Amsterdam che riunisce la comunità respiratoria internazionale per fare il punto su clinica, ricerca e innovazione. Il tema ufficiale dell’edizione è “Respiratory health around the globe”, con priorità dedicate a sfide e soluzioni globali per la salute respiratoria.
Per informazioni generali sul congresso: pagina ufficiale ERS Congress. ERS – European Respiratory Society
La partecipazione di Eubios: dal device al percorso strutturato
Il 29 settembre, all’interno dell’ ERS Congress 2025, Eubios in collaborazione con Sapio Life, ha promosso un incontro dal titolo “Il futuro della ventilazione domiciliare: telemonitoraggio, prossimità e innovazione”. Cuore del confronto: passare dalla semplice erogazione di dispositivi alla costruzione di percorsi strutturati, integrati e sostenibili, in cui telemonitoraggio, prossimità delle cure e teleriabilitazione lavorano insieme per garantire continuità assistenziale e qualità degli esiti.
Il messaggio chiave emerso è stato: “la tecnologia non basta”. Servono governance definita, modelli organizzativi efficaci e integrazione clinica tra ospedale e territorio per trasformare i dati in decisioni tempestive e utili.


I temi al centro del dibattito
- Telemonitoraggio & interoperabilità: dal “download” dei dati a piattaforme integrate (regionali/nazionali) con connessione nativa al Fascicolo Sanitario Elettronico.
- Reti hub & spoke: coordinamento tra centri e territorio per gestire grandi numeri e garantire presa in carico continua.
- Teleriabilitazione: modelli sincroni, asincroni e ibridi come estensione del percorso post-ricovero, con protocolli chiari per allert e responsabilità.
- Formazione e certificazioni: competenze cliniche, tecniche e relazionali per la medicina a distanza (inclusi simulatori); ruoli e responsabilità chiari.
- Equità e prossimità: soluzioni per aree rurali e fragili; evitare che il digital divide ampli le disuguaglianze.
- Sostenibilità: oltre i fondi una tantum servono budget continuativi e modelli di remunerazione orientati agli esiti.
Dalle lezioni alla pratica: tre messaggi trasversali
Dal confronto è emersa una consapevolezza chiara: per costruire modelli sostenibili occorre innanzitutto stratificare i pazienti e definire con precisione gli obiettivi, perché non è possibile “dare tutto a tutti” senza correre il rischio di disperdere risorse e generare allarmi ingestibili. È altrettanto evidente la necessità di integrare le diverse competenze professionali – dal medico al fisioterapista, dall’infermiere al terapista respiratorio – all’interno di reti hub & spoke in grado di gestire numeri elevati. Servizi isolati e frammentati, rivolti solo a poche decine di persone, non sono infatti sostenibili nel lungo periodo. Infine, un messaggio trasversale riguarda il concetto stesso di “tele”: non come semplice canale per scaricare dati dai device, ma come rete viva di comunicazione e decisione clinica in tempo reale, capace di trasformare le informazioni raccolte in interventi concreti e tempestivi.
Evidenze e modelli: cosa funziona oggi
Dalle esperienze già in corso emerge che telemonitoraggio e teleriabilitazione sono strumenti utili e sicuri. Se confrontati con la riabilitazione tradizionale, i risultati clinici possono essere variabili, ma l’efficacia tende a crescere quando questi servizi vengono inseriti in modelli ibridi, capaci di accompagnare il paziente lungo un percorso strutturato. In particolare, quando fanno parte di un PDTA che prosegue l’intervento dal reparto fino al domicilio, con percorsi rapidi dedicati a chi viene seguito da remoto, l’aderenza e gli esiti migliorano sensibilmente.
Anche l’innovazione tecnologica – come i wearables o le piattaforme digitali – dimostra il suo valore soprattutto quando è integrata in un disegno clinico-organizzativo chiaro. Questo significa avere regole definite per la gestione degli allarmi, tempi di risposta preimpostati e responsabilità ben distribuite tra i diversi attori coinvolti. Solo in questo modo la tecnologia diventa davvero uno strumento a supporto della cura e non un semplice “scarico di dati”.
Barriere da superare
- Medico-legali: responsabilità sugli algoritmi, gestione degli allarmi, cyber security.
- Infrastrutturali: connettività disomogenea, digital divide, accessi tramite SPID/PagoPA come ostacolo per alcune fasce della popolazione.
- Tecniche: interoperabilità parziale tra piattaforme e con l’FSE; frammentazione regionale; capitolati che vincolano i device e limitano l’integrazione.
Dall’esperienza clinica alla lezione operativa
Alcuni casi concreti hanno evidenziato quanto sia delicato il passaggio dalla fase ospedaliera al domicilio. Un’interfaccia poco chiara, la modifica simultanea di più parametri o un monitoraggio non posizionato correttamente possono compromettere il percorso di cura e incidere negativamente sugli esiti.
Per evitare questi rischi è necessario adottare un approccio metodico: procedere con una modifica alla volta, verificare attentamente i risultati prima della dimissione e garantire un passaggio di consegne solido verso l’assistenza territoriale. Solo così si riduce il rischio di errori e si assicura al paziente un percorso di continuità che favorisce l’aderenza terapeutica e la stabilità clinica anche a casa.
L’impegno di Eubios
Eubios promuove lo sviluppo di soluzioni innovative per la salute e la cura a domicilio, integrando tecnologie di telemonitoraggio, piattaforme interoperabili e servizi digitali che avvicinano pazienti e professionisti. In questa visione, la ventilazione domiciliare diventa un percorso continuo: dal setting in reparto alla gestione a casa, con processi affidabili, misurabili e umani.
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